Il 28 e 29 luglio, il terreno di battaglia del Massiccio del Grappa diventa palcoscenico per celebrare i 100 anni dalla fine della Grande Guerra, insieme ad un’idea di pace che dissolve i confini tra schieramenti. Ritorna Senza vincitori né vinti, scritto a quattro mani da Mario Rigoni Stern e Francesco Niccolini, appuntamento simbolo del festival Vacanze dell’anima.

Comunicato stampa, 8 maggio 2018
A cent’anni dalla fine della Grande Guerra, il terreno di battaglia del Massiccio del Grappa si fa palcoscenico naturale e ospita due tra i più grandi narratori italiani nel racconto della storia da una prospettiva umana, intima. Marco Paolini e Simone Cristicchi, per la prima volta insieme, si danno appuntamento nei luoghi dove si disputarono battaglie sanguinose e durissime, per dare corpo e voce a due uomini normali e straordinari, mentre vivono l’assurdità del conflitto.

“Fammi un esempio di sconfitta, chiede il lago. La vittoria, risponde Yudhishitra.” Cita il poema induista Mahabharata il drammaturgo Francesco Niccolini, per raccontare il fondamento di Senza vincitori né vinti e il suo canto: la vittoria non serve a nessuno.
Oltre la retorica del sacrificio che ammanta paesi e città, in monumenti e lapidi, nei nomi di piazze e vie, il testo teatrale, scritto a quattro mani con Mario Rigoni Stern, entra nei giorni della prima Guerra Mondiale, accompagna dentro la vita dei due protagonisti, tocca il sapore di morte e desolazione, l’inutilità della vittoria.
Un omaggio a 6 milioni di giovani ragazzi massacrati, italiani, austriaci, tedeschi…Ragazzi di vent’anni, tutti uguali, identici, morti uno per mano dell’altro. Una voce levata contro l’inutilità della guerra, messa a nudo in tutta la sua insensatezza, con la forza asciutta che caratterizza tutta l’opera di Stern, cantore della pace, che ha vissuto in prima persona le pagine più tristi del secondo conflitto mondiale, e dal drammaturgo Francesco Niccolini, coautore assieme a Paolini, de Il Milione – quaderno veneziano, Parlamento chimico e ITIS Galileo.

Per Marco Paolini, grande interprete della storia dei luoghi, è la prima e unica partecipazione ad un progetto sulla Grande Guerra, a cui ha aderito per vicinanza a Niccolini, compagno di molte avventure teatrali, e a Rigoni Stern, che ha lasciato una delle sue più belle testimonianze spirituali nel documentario di Carlo Mazzacurati, in un dialogo delicato e profondo con Paolini, dedicato alla pace possibile. “Sarà un coro parlato e cantato che il Grappa porterà lontano – afferma Paolini – I miei piedi hanno deciso che non si poteva stare a casa. Per questo sarò uno fra gli altri di questa canzone contro la guerra”.

Simone Cristicchi, da 10 anni sulle scene teatrali, ha già avvicinato il tema dell’assurdità della guerra scandagliando una pagina poco frequentata della storia del Novecento: il suo Magazzino 18, che ha suscitato scalpore e polemiche, ripercorre le vicende delle foibe e degli esuli cacciati dall’Istria dopo la fine della Seconda guerra mondiale. “Il teatro civile di Marco Paolini ha cambiato la mia prospettiva artistica: talmente potente da trasformare il mio percorso, dalla musica al teatro. Quando ho ricevuto il suo invito, ho sentito la sensazione di un cerchio che si chiude, una consapevolezza maggiore, il grandissimo onore di ricevere la sua fiducia – confida Cristicchi – Sono certo che insieme, ognuno col proprio “colore”, riusciremo a restituire la potenza di questa storia”.

Il 28 e il 29 luglio (ore 21.00), sulla cima del Monte Tomba (Cavaso del Tomba – Treviso), proprio nel luogo in cui passava il fronte del Grappa dopo la rotta di Caporetto, teatro di violenti scontri fino al giugno del 1918, si celebra la fine della Grande Guerra, provando a superare l’idea di offesa e difesa dei confini. Sarà il paesaggio del conflitto ad ospitare l’evento, che si svolgerà all’aperto, con qualsiasi tempo. La salita alla cima, insieme alla natura fiera delle montagne, sarà un’immersione nell’atmosfera di quei giorni, tanto per gli attori quanto per il pubblico.

Un’avventura teatrale e umana proposta da Vacanze dell’anima, quest’anno in programma tra il 21 luglio e il 3 agosto. Il festival, alla sua nona edizione, propone esperienze artistiche e culturali, non semplicemente appuntamenti, ma occasioni di incontro e scambio tra “palco e platea”. Ogni anno, i temi dell’agenda internazionale vengono tradotti e messi in relazione al territorio, all’identità dei luoghi e delle persone che li abitano e li visitano, cercando stimoli da consegnare alla comunità che si forma attorno al progetto.
Giocare con i confini è il titolo di quest’anno, un invito a conoscerli, renderli porosi, ampliarli. E Senza vincitori né vinti è l’appuntamento simbolo di questa edizione, che già nel titolo dissolve la distanza tra due schieramenti, trasmuta nemici e avversari in uomini, semplicemente. Su questa scia il programma propone piccole incursioni che provano a sciogliere barriere sociali e culturali, utilizzando arte e cultura come concreti strumenti di incontro, invita il territorio a vivere e raccontare le proprie sfide, a camminare sul crinale tra conosciuto e sconosciuto, e mescolare, trasformare, innovare.

Senza vincitori né vinti compie nel 2018 dieci anni e si regala una nuova edizione, memorabile. Coincide con “la prima volta” in scena dell’insolita coppia Paolini-Cristicchi, si realizza nel centenario della Grande Guerra e a dieci anni dalla morte di Mario Rigoni Stern. Il testo teatrale debutta nel 2008 in occasione del 90° anniversario della prima Guerra Mondiale, su stimolo di Loris De Martin, direttore artistico di Vacanze dell’anima e Alessandro Grego, autore della musica, che coinvolgono nell’avventura Francesco Niccolini. Il drammaturgo si innamora di un “piccolo” romanzo di Rigoni Stern, Storia di Tönle, pagine che raccontano la guerra dalla prospettiva di un vecchio pastore rimasto a “vegliare” su un Altopiano ormai semideserto. Nella versione teatrale, Niccolini immagina un contrappunto, lo sguardo di un giovane militare. Due storie al contempo lontane e vicine, che si intrecciano e si incontrano “dentro” alla Storia della Guerra.

Niccolini racconta l’incontro con il vecchio Mario come un momento indimenticabile. Nell’autunno 2007, alla ricerca della sua casa sull’altopiano di Asiago, in una giornata di diluvio, Niccolini, De Martin e Grego, si imbattono nella porta giusta e riconoscono la sagoma del “sergente” che si affaccia. Passano il pomeriggio nella sua cucina e pochi mesi dopo Rigoni Stern dà la sua benedizione al testo di Senza vincitori né vinti, che va in scena proprio sulla cima del Monte Tomba nel luglio 2008, con Arnoldo Foà e Antonio Pizzicato sul palcoscenico. A vederlo, insieme a migliaia di spettatori, il figlio di Rigoni Stern, Mario se n’era andato appena un mese prima.

Ora, la storia di Tönle e del suo giovane compaesano partito soldato torna nello stesso luogo con due nuovi protagonisti.
Insieme ai narratori, ad interpretare le musiche originali composte da Alessandro Grego, ci saranno il Coro Valcavasia e quattro musicisti, diretti da Filippo Faes, sul palco al piano: alla viola Anna Serova, alla chitarra Isaac De Martin, al violino Alaa Arsheed, che porta la sua storia di confine come profugo siriano.

Informazioni
I biglietti sono in vendita online, dal 10 maggio al 26 luglio 2018.
www.vacanzedellanima.itinfo@vacanzedellanima.it – Tel. 338 8037443

Ufficio stampa
Frontiere / Roberta Voltan – press@frontiereprogetti.com – M 338 8670108